Ecco la Preghiera delle Cento Croci:
IN ITALIANO
Pensa, anima mia, che dovremo morire!
Nella Valle di Giòsafat dovremo andare
e il nemico (il demonio) cercherà di venirci incontro.
Fermati, nemico mio!
Non mi tentare e non mi atterrire,
perché feci cento segni di croce (e qui ci si segna) durante la mia vita
nel giorno dedicato alla Vergine Maria.
Mi segnai, ascrivendo ciò a mio merito,
e tu non avesti potere sulla mia anima.
IN DIALETTO SALENTINO
Pensa, anima mia, ca imu murire;
alla Valle ti Gesufàttu imu scire
e lu nimìcu ‘nnanti ni ole issìre.
Fèrmate, nimìcu mia!
No mi tantàre e no mi ‘ttirrire,
ca centu cruci fici ‘n vita mia
lu giurnu ti la Ergine Maria.
Iò mi li fici, iò mi li scrissi,
parte ti l’anima mia te non d’abbìsti.
LA STORIA
Nelle prime ore del pomeriggio del 15 agosto, giorno della Dormitio Virginis per gli orientali, dell’Assunzione di Maria per i latini, varie famiglie di un vicinato si riuniscono per riproporre una lunga e antica preghiera.
Essa è costituita da una formula dialettale ripetuta per ben cento volte tra altrettante cento Ave Maria, recitate meditando due intere poste di rosario.